Porti, terminal e servizi logistici rimangono operativi, rallentamenti sull’intera catena logistica
Le autorità cinesi hanno disposto il blocco di diverse città del nord-est a causa del massiccio aumento dei casi Covid-19, mentre quasi 19 province combattono il diffondersi delle varianti Omicron e Delta. A Shanghai, sono state chiuse temporaneamente scuole, aziende, ristoranti e centri commerciali.
La città portuale della Cina meridionale Shenzhen ha avviato un lockdown di sette giorni in tutta la città, dal 14 al 20 marzo, subendo i seguenti blocchi:
- Tutte le attività e i servizi non essenziali devono essere chiusi
- Tutti i lavoratori non essenziali devono rimanere a casa
- Solo le attività e i servizi essenziali potranno operare
- Tutti gli adulti devono sottoporsi a tre test PCR entro domenica 20 marzo
- Tutti i trasporti pubblici sono sospesi
Porti, terminal e servizi logistici continueranno a funzionare ma le aziende di produzione in quest’area subiranno una dura battura d’arresto a causa della chiusura di molti impianti produttivi e magazzini.
Le restrizioni sugli autotrasporti per i veicoli che viaggiano dentro e fuori Shenzhen potrebbero contribuire al rallentamenot della catena di approvvigionamento, poiché nessun carico proveniente dall’esterno dell’area vietata può entrare.
Shenzhen è il terzo porto al mondo per traffico container e un suo rallentamento influirebbe in modo rilevante sull’intera catena logistica, col rischio di aumentare i già elevati ritardi nelle consegne. Le compagnie marittime stanno ancora valutando la situazione prima di modificare le rotazioni.
L’hub container regionale, Yantian International Container Terminal, ha annunciato di aver mantenuto il normale funzionamento dopo l’escalation della prevenzione e dei controlli locali di Covid-19 e sta compiendo grandi sforzi per mantenere il regolare funzionamento della catena di approvvigionamento nell’area di Great Bay, nonché per la fornitura di materiali a supporto Hong Kong.
Un altro punto critico è l’aeroporto internazionale Pudong di Shanghai, che ha dirottato per sei settimane i voli provenienti dall’estero verso altri tredici aeroporti cinesi, sempre per contenere la diffusione della seconda variante Omicron. Il provvedimento riguarda solo i voli passeggeri, ma ha conseguenze negative sulle merci per la riduzione della stiva belly, con conseguente aumento dei noli.
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