Peggiora l’intasamento di container a Shanghai
Il lockdown a Shanghai e in altre aree della Cina, il più rigido finora applicato nel paese dall’inizio della pandemia, sta mettendo sempre più in difficoltà il trasporto marittimo delle merci da una delle aree più produttive del mondo.
L’attività del principale scalo della Repubblica Popolare sta rischiando la paralisi completa a causa della mancanza di personale e alle norme sanitarie particolarmente stringenti.
Il sito Bloomberg ha calcolato una punta massima di 477 portacontainer ferme fuori dalle banchine di Shanghai e degli altri porti dell’area l’11 aprile scorso; la congestione è poi calata, ma di poco, perché le compagnie di navigazione hanno provato a dirigere i loro mezzi verso altri scali commerciali.
Le navi ferme trasportano principalmente materie prime (soprattutto metalli e cereali): il rallentamento riguarda le operazioni di carico e scarico, i passaggi burocratici ma anche il trasporto via terra. I permessi per i camion che entrano ed escono nell’area portuale hanno una durata di appena 24 ore ma l’attesa per gli autisti si protrae spesso oltre le 40 ore complicando l’intera catena.
Alcune compagnie hanno sospeso le prenotazioni sulle navi che toccano Shanghai, come Maersk che lo ha fatto il 14 aprile 2022 perché non ha più spazio per stoccare i contenitori. L’intasamento del porto sta anche bloccando il traffico fluviale del fiume Yangtze, che serve importanti località industriali e commerciali come Changzhou, Zhenjiang, Nanjing e Wuhan. Le conseguenze dureranno a lungo e coinvolgeranno anche i porti europei e nord-americani.
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