I numeri del rapporto Ice 2020-2021
Agenzia Ice ha presentato il Rapporto L’Italia nell’economia internazionale che costituisce il principale strumento di informazione e analisi sul posizionamento competitivo del sistema produttivo italiano nel contesto dell’economia globale.
Secondo le rilevazioni dell’Agenzia, dopo un 2020 particolarmente complesso, il 2021 può essere, a tutti gli effetti, l’anno della ripresa per l’Italia. “Fra i Paesi del G8 l’Italia è seconda per minor flessione dell’export e ha performato molto meglio di Francia, Regno Unito e Stati Uniti”, ha detto il presidente dell’ICE, Carlo Ferro.
Nel 2020, nonostante la crisi dovuta al Covid-19 e una flessione delle esportazioni del 9,7%, l’Italia si è confermata all’ottavo posto tra gli
esportatori mondiali. (mercati in tempo reale)
Gli operatori all’export, 126.275 unità nel 2020, si sono ridotti del 7,8%, mentre il valore medio esportato si attesta intorno ai 3 milioni di euro.
I dati dell’export del primo quadrimestre 2021 mostrano una ripartenza dinamica e risultati superiori anche ai livelli pre-Covid: le esportazioni sono infatti cresciute del 19,8% rispetto al I quadrimestre 2020 e del 4,2% sullo stesso periodo del 2019.
Una crescita tendenziale che riguarda quasi tutti i settori e che, per molti, è largamente positiva anche sul 2019. È il caso dei prodotti alimentari bevande e tabacco (+12,3% nei primi quattro mesi del 2021 sullo stesso periodo del 2019), dei metalli (+12%), dei prodotti farmaceutici (+10,4%), degli apparecchi elettrici (+8,2%) e delle sostanze e prodotti chimici (7,1%).
Tra le Regioni italiane, quelle che hanno meno sofferto nel 2020 sono state Molise (+26% sul 2019), Basilicata (-4,4%); Abruzzo, Toscana (entrambe -6,2%) e Liguria (-0,7%); mentre, tra quelle che hanno sofferto di più, abbiamo Sardegna (-40,6%) e Sicilia (-24,2%). Quest’ultime hanno fortemente subito la contrazione delle esportazioni di prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-43,8%), che pesano per il 53% dell’export insulare.
Considerando, inoltre, la crescita dell’export nel primo quadrimestre di quest’anno, è verso la Cina che le esportazioni italiane hanno registrato la maggior crescita (55.3% rispetto allo stesso periodo del 2020), seguita dai Paesi europei (nell’ordine: Paesi Bassi e Polonia, +32,9% rispetto al 2020; Francia, +23,2%; Spagna, +23%; Germania, +22,6%; Belgio, +14%), dalla Svizzera (+20%) e dagli Stati Uniti (+4,5%). Solo verso il Regno Unito (+2,6%), fra i maggiori mercati, si registra un andamento più rallentato, ma l’accumulo di scorte pre-Brexit può esserne ragione transitoria.
Il valore doganale delle esportazioni di beni e servizi dell’Italia, nel 2020, è stato di 509 miliardi di euro ed esse hanno rappresentato il 29,5% del Pil del Paese. Infine, la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di beni nel 2020 (2,85%) è rimasta stabile rispetto all’anno precedente.
Nel periodo gennaio-maggio 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, le importazioni hanno registrato un aumento (+22,4%), in particolare per i beni di consumo durevoli (+50,0%).Nei primi 5 mesi del 2021, il saldo commerciale è pari a 23 miliardi di euro e, al netto della componente energetica, sale a 36,2 miliardi di euro.
Le previsioni della Banca d’Italia si confermano positive: nel 2021 si stima una crescita del PIL italiano pari al 5,1% e al 4,4% nel 2022. In linea con il commercio globale, le esportazioni totali sono previste in aumento dell’11% nel 2021 e del 6,5% nel 2022.
Le stime di crescita maggiori si avranno per l’Asia orientale (+14.5% nel 2022/2019), l’Asia Orientale (+11,1%), l’America centro-meridionale (+9,4%), l’Oceania (+9,2%), l’Asia centrale (+8,9%) e l’Unione Europea (+8,2%).
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