Chiusura del Porto di Iskenderun e ingenti danni ai collegamenti stradali, ritardi su gli altri scali portuali e aeroporti
Il terribile terremoto che ha colpito il sud est della Turchia e parte della Siria, causando un numero elevatissimo e ancora non definitivo di vittime, ha provocato effetti devastanti anche ad alcune infrastrutture del paese.
Dieci grandi città della regione turca sono state pesantemente colpite.
Il porto di Iskenderun è in pessime condizioni, compresi i danni da incendio dovuti al terremoto.
Questo porto gestisce circa 40.000 TEU al mese, quindi ciò avrà un impatto significativo sul flusso di merci da/per la Turchia orientale e la Siria. (https://www.linkedin.com/posts/larsjensenvespuccimaritime)
Dopo la chiusura di questo scalo, le compagnie di navigazione hanno dirottato le portacontainer in altri scali dell’area non colpiti dal terremoto, che però ora rischiano si subire intasamenti e ritardi. (https://container-news.com/lethal-earthquake-paralyses-turkish-ports-container-lines-announce-operation-adjustments/)
Per ora, gli altri porti turchi – tra cui Mersin – sono aperti, ma i vettori considerano anche Port Said come alternativa.
Il terremoto non solo ha distrutto alcune infrastrutture del porto, compresi i moli, ma anche quelle di collegamento verso l’entroterra, rendendo difficoltosa la circolazione delle merci.
Anche gli aeroporti stanno registrando ritardi e viene data priorità alle spedizioni di aiuti umanitari e di soccorso di emergenza.
Esprimiamo con grande dolore le più sentite condoglianze e vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma per le ingenti perdite subite in termini di vite umane e distruzione.
Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti